L’ERG consiste nel misurare la variazione del potenziale elettrico della retina quando essa riceve uno stimilo luminoso, il tracciato ottenuto in questo modo è detto elettroretinogramma. A seconda che l’occhio sia preadattato al buio o alla luce, si avrà una risposta prevalentemente dei coni (fotopica) o dei bastoncelli (scotopica). Si hanno variazioni dell’ERG a seconda dei diversi parametri dello stimolo luminoso, in particolare della lunghezza d’onda, dell’intensità, della durata, della frequenza, ed infine della forma dello stimolo. L’elettroretinogramma rappresenta una risposta di massa del tessuto retinico, è cioè la somma algebrica di tutti i potenziali, non solo dei fotorecettori, ma anche di tutti gli altri componenti della retina. Un’ alterazione dell’ERG non comporta necessariamente un analoga riduzione dell’acuità visiva: si può riscontrare un ERG estinto pur in presenza di un’ acuità visiva normale (ad esempio nella retinite pigmentosa); viceversa si può avere un ERG normale in caso di degenerazioni dei fotorecettori interessanti solo la fovea o nelle patologie delle vie ottiche. Le patologie retiniche più frequentemente indagate con l’elettroretinogramma sono la retinite pigmentosa, il distacco di retina, l’occlusione dell’arteria oftalmica, l’occlusione dell’arteria centrale della retina, alcune patologie coroideali.
PEV
Registra la risposta elettrica dell’area corticale occipitale ad uno stimolo visivo. Questo test elettrofisiologico fornisce la valutazione globale della catena di trasmissione del segnale visivo, anche se risulta di difficile interpretazione. Se tutta la via di conduzione dello stimolo luminoso è integra si potrà registrare una variazione di potenziale della corteccia visiva occipitale; se invece esiste un’alterazione in qualsiasi punto delle vie ottiche, il segnale non potrà più raggiungere la corteccia, o risulterà molto alterato. Questa metodica può essere utile principalmente nelle patologie del nervo ottico e delle vie visive, nelle patologie chiasmatiche e retrochiasmatiche in tutte le patologie che compromettono la funzione maculare.